Un RFID per tutti
(Radio Frequency IDentification)


Per chi vuole capire DOVE stiamo andando... e sopratutto CHI ci sta guidando!

venerdì, giugno 20, 2008

Compri? Ti becco!

La società Equens elaborerà i pagamenti eseguiti con la tecnica biometrica
Al supermarket si paga con l'impronta
Progetto pilota nella catena olandese "Albert Heijn". Si parte dalla filiale di Breukelen, vicino Utrecht

UTRECHT (Paesi Bassi) - La spesa quotidiana al supermercato è sempre più un'impresa. Se da una parte ci arrabbiamo per l'aumento della pasta, della carne o della verdura, ciò che ci fa veramente innervosire è la coda che puntualmente attende alle casse.

[nota mia: ?? comecome? non è la sodomizzazione forzata ciò che ci dà noia ma il tempo impiegato per subirla ?? MA COME CAZZO STAI MESSO?!?]

Ma ora la spesa diventa rapida, comoda e sicura. La soluzione per velocizzare il momento pagamento arriva dai Paesi Bassi. Il pagamento avviene mediante lettura delle impronte digitali: l'indice sull'apposito apparecchio e il trasferimento è concluso.

ESPERIMENTO - I contanti, la carta, il Pin e la firma non servono più. La catena olandese di supermercati "Albert Heijn" (oltre 750 punti vendita) ha dato il via martedì al progetto pilota chiamato "Tip2Pay". Il cliente si presenta alla cassa e posiziona semplicemente un polpastrello sull'apposito lettore. Previa esibizione di un documento di identità e di una carta di pagamento, verrà eseguita una scansione di due impronte della mano destra e sinistra e la contemporanea registrazione delle informazioni relative al nome, all'indirizzo e al numero di conto corrente nonché, all'occorrenza, della carta punti. Il progetto sperimentale è partito da una filiale di Breukelen, vicino Utrecht, e durerà sei mesi, dopodichè - se verrà accolto positivamente, sarà esteso a livello nazionale, ha fatto sapere "Albert Heijn ".

PRIVACY - «Nel primo giorno si sono registrati già un centinaio di persone», ha detto la portavoce del gruppo Elf van Dijk al quotidiano "NRC Handelsblad". «Ci ha molto sorpreso il fatto che pochi erano quelli veramente scettici mentre i più entusiasti sono i giovani». Inoltre, la raccolta dei dati avviene nel pieno rispetto delle normative olandesi sulla protezione dei dati personali» ha aggiunto la portavoce.

METRO - La società Equens si occuperà della elaborazione di tutti i pagamenti eseguiti mediante questa tecnica biometrica. La catena olandese sta attualmente sperimentando anche altri metodi di pagamento innovativi, quali quellocol telefono cellulare, la lettura biometrica mediante scansione mobile e il pagamento con tecnologia senza contatto. Anche il colosso tedesco "Metro" sta testando da maggio in alcune filiali il pagamento con le impronte delle dita.


Elmar Burchia
18 giugno 2008



fonte: http://www.corriere.it/cronache/08_giugno_18/burchia_olanda_impronta_f258e046-3d0d-11dd-bfea-00144f02aabc.shtml

giovedì, giugno 28, 2007

Manco alle bestie!


Dall'Hitachi un sistema per monitorare le comunicazioni degli impiegati
Ha la forma di un tesserino, l'indossano i dipendenti da controllare

Tokyo, al collo il badge spione
Il Grande Fratello arriva in ufficio


AD UN PRIMO sguardo, potrebbe sembrare un normalissimo badge. Uno di quei cartellini identificativi che indossano i dipendenti delle grandi società. Ma l'aspetto inoffensivo non deve ingannare: si tratta, in realtà, di un sofisticato dispositivo elettronico in grado di tracciare le attività di chi lo indossa.

Si chiama Business Microscope, ed è l'ultima invenzione del colosso giapponese Hitachi. Attraverso il rilevamento dei dati di posizione, è in grado di monitorare le comunicazioni interpersonali degli impiegati, rivelandone durata e posizione. Obiettivo, stabilire "la forza delle relazioni all'interno di un gruppo di lavoro".

Il dispositivo sarà in commercio dal 2008, ma le polemiche sono già iniziate. Per molti, infatti, si tratta di un vero e proprio Grande Fratello, in grado di rilevare dove e con chi un dipendente ha avuto una conversazione ai vertici dell'azienda. Insomma, addio chiacchiere davanti alla macchinetta del caffè. Il sistema potrebbe non riconoscerle come produttive.

Ma il Business Microscope, assicura Hitachi, non è stato pensato per soddisfare le esigenze di voyerismo padronale. Lo scopo del dispositivo, infatti, non è il controllo dei comportamenti, ma la loro analisi statistica. E gli unici dati sensibili trattati saranno la durata e la frequenza delle comunicazioni "vis-a-vis" fra i dipendenti.

"In questo modo - spiega il colosso giapponese nel comunicato di presentazione - possono essere chiariti alcuni dei problemi che a volte sorgono all'interno di un'organizzazione. E si aumenta la produttività, mostrando la forza o la debolezza delle relazioni tra i membri di un gruppo che lavora allo stesso progetto".

L'Hitachi ha condotto anche dei test per dimostrare la bontà delle sue affermazioni: il Business Scope è stato applicato a 37 dipendenti (si presume consenzienti) della stessa azienda, tutti impiegati nello stesso progetto.

Ma se i vertici del colosso giapponese speravano di trovare dei fannulloni, sono rimasti delusi. L'analisi dei dati forniti da Business Scope, infatti, ha permesso di appurare che gli intoppi nel progetto non erano dovuti al dilungarsi delle chiacchiere degli impiegati, ma alla scarsa interazione da parte dei manager. La pausa caffè, almeno per ora, è salva.

(27 giugno 2007)

link: http://www.repubblica.it/2007/06/sezioni/scienza_e_tecnologia/hitachi-big-brother/hitachi-big-brother/hitachi-big-brother.html

martedì, gennaio 30, 2007

A quando un RFID su per il c..o mentre magari mi appisolo un attimo dopo pranzo??

ADN Kronos - Lun 29 Gen

Roma, 30 gen . (Ign) - E' il momento dell'uomo bionico o il chip sottopelle è soltanto la moda del momento che svela una nuova tecnologia che con le mode ha poco a che fare? Negli stati Uniti - racconta la Rete - tra i giovani è trendy farsi installare piccolissimi microcircuiti che permettono ai sensori posti dietro la porta di casa di riconoscerti e farti entrare.

Niente chiavi dunque ma solo una mano che si avvicina all'uscio. Un giovane canadese addirittura nel suo blog racconta di due impianti e della sua ragazza che ha fatto lo stesso, risparmiandosi la fatica di inserire password sui personal computer.

Oppure, è il caso di una discoteca spagnola: lì i clienti entrano senza passare dalla cassa. A riconoscerli è sempre un chip indossato sotto la pelle. In Gran Bretagna poi, Kevin Warwick, uno dei pionieri di queste ricerche, sta cercando di far dialogare sistema nervoso e silicio in modo tale da trasmettere direttamente i suoi comandi cerebrali in maniera digitale.

Impazza insomma la Radio Frequency IDentification (RFId) la tecnologia hi-tech da impiantare: che permette il riconoscimento automatico di persone, ma anche oggetti e animali.

In sintesi un microchip che contiene dati (tra cui un numero univoco universale scritto nel silicio) e una antenna che permette di ricevere e di trasmettere con radiofrequenze i dati. Una carta di identità sempre a vista, indistruttibile e a prova di truffe. E che domani secondo i profeti del cyborg potrebbe fare chissà cosa grazie a tecnologie come l'RFId.

Interrogativi a cui Giovanni Miragliotta, l'ingegnere a capo dell'Osservatorio della School of Management del Politecnico di Milano, che si occupa del monitoraggio del mondo italiano dell'RFId, preferisce però rispondere con grande cautela: ''Perché sono cose che colpiscono, ma è roba da fantascienza. Mentre noi siamo ingegneri. E ci sembra già un grande passo in avanti quello di potersi liberare dalla necessità dell'identificazione ripetitiva che contraddistingue il nostro quotidiano''.

L'ingegnere del Politecnico spiega a Ign, testata on line del Gruppo Adnkronos, gli obiettivi attuali della RFId: ''Piuttosto che l'applicazione del chip sottopelle, su cui personalmente ho delle riserve, credo che l'RFId possa invece permettere di migliorare la qualità della vita''.

Cioé, facendo un esempio: ''Quando mi reco in Comune per avere dei certificati, se ho un chip in una carta che tengo nel taschino potrei riuscire a non avere più bisogno della compilazione di tanti moduli, che mi chiedono sempre le stesse informazioni, per esempio anagrafiche, e rivolgermi direttamente allo sportello per ottenere ciò che mi serve''.

Questo, aggiunge l'ingegnere del Politecnico, ''è quello che intendo per liberarsi dalla 'ripetitività della identificazione'''. ''E questo vale in Comune, ma anche in tantissimi altri posti: dall'ospedale ai mezzi del trasporto pubblico. In Italia l'RFId è sviluppato, e ci sono, restando al sistema dei trasporti, a Brescia e a Milano, solo per citare due casi, già abbonanamenti che permettono il riconoscimento del titolare che viaggia tramite chip basati sulla tecnologia RFId''.

Tornando al discorso del chip sottopelle, che la stessa Authority per la privacy ha giudicato inammissibile, Miragliotta ricorda come ''in Italia c'era stato un progetto ospedaliero che prevedeva, in accordo con il Garante per la protezione dei dati personali, l'inserimento di chip nei tessuti per una categoria di malati, quelli in stato di incoscienza''.

Ma anche in questo caso ''il progetto è rimasto sulla carta''. Al di là delle realtà più di frontiera, più legate a cibernetica e uomo bionico, più da film che da laboratorio (attuale), Miragliotta punta l'attenzione sugli usi che già vengono fatti in Italia delle RFId. L'Osservatorio del Politecnico infatti fa un monitoraggio continuo delle applicazioni. Presenti nel settore manufatturiero, dove permettono di 'taggare' i prodotti in lavorazione, e in quello agricolo, dove invece i chip permettono di identificare e raccontare la storia dei capi d'allevamento.

Oppure ancora alcune stazioni sciistiche che danno ai loro clienti card con chip che permettono risalite e discese''. Oltre al monitoraggio l'Osservatorio analizza con le aziende interessate i casi d'uso di questa tecnologia, aiutando i manager a scegliere le strategie. ''Come nel caso della Dafne, consorzio farmaceutico che sta valutando con noi RFId per controllare i carichi di farmaci in lavorazione''.

Una tecnologia che è di buon livello, in alcuni casi già utilizzata a regime, ma non ancora all'altezza degli Stati Uniti e del Giappone, dove le tecniche di identificazione col chip sono già più diffuse e soprattutto vengono associate alla possibilità di micropagamenti.

''Negli Usa e in Giappone chi dispone del chip può fare anche dei micropagamenti che utilizzano il conto corrente di chi è già stato identificato correttamente dalla tecnologia a radiofrequenze. Ma si tratta -aggiunge- di realtà ancora sperimentali che avranno bisogno di tempo per essere messe a punto e diventare veramente utili''.

(Adnkronos)

da: http://it.news.yahoo.com/29012007/201/chip-sottopelle-intanto-teniamo-in-tasca-ci-semplifichiamo-vita.html

domenica, gennaio 28, 2007

Cellulari Rfid, manca uno standard: e meno male! il Controllo Totale è rimandato!

Cellulari Rfid, manca uno standard
12 May 2006

ImageGli operatori di telefonia mobile e i produttori
di telefonini devono rimboccarsi le maniche per
definire una piattaforma standard che permetta al Rfid
di essere più ampiamente utilizzato in questo settore,
uscendo da impieghi di nicchia in cui è confinato al
momento. E' questo il dato principale che emerge dal
rapporto "RFID Report 2006-2011: Opportunities and
challenges with cellular RFID", pubblicato dalla
società di consulenza visiongain.


Il rapporto riporta una analisi ad alto livello del
mercato Rfid, che si concentra sui temi come lo
spettro, l'interoperabilità, la scalabilità, costi di
adozione e prezzo dei servizi, sicurezza e privacy. In
più, discute il potenziale del Rfid nel settore della
telefonia mobile, e le possibilità di integrazione sia
sul versante delle reti che su quello degli
apparecchi, e le strategie che potranno essere
adottate dai rispettivi attori di mercato.

Secondo lo studio, il 62 per cento dei telefonini nel
2011 sarà dotato di tag e/o funzionalità di lettura
Rfid, rispetto all'attuale 1%. La crescita sarà
trainata dal calo dei costi di integrazione dei chip
Rfid nei dispositivi mobili. Tuttavia questo non
significa automaticamente che saranno disponibili
applicazioni. I telefoni cellulari possono facilmente
essere accoppiati a tag attivi o a lettori Rfid, ma la
mancanza di una killer application, dovuta prima di
tutto all'assenza di uno standard condiviso, sta
rallentando la risposta del mercato.

"La buona notizia è che anche in assenza di una killer
application, soluzioni puntuali si adattano bene al
mercato della telefonia cellulare" spiega la
principale autrice del rapporto, Nancee Ruzicka. "I
cellulari adattati per effettuare pagamenti o
controllare gli ingressi sono al momento sperimentati
in diversi mercati. La logica estensione della
tecnologia Rfid è nei telefoni cellulari. Un quarto
della popolazione mondiale ha un dispositivo mobile, e
l'industria sta appena iniziando a sfruttare queste
possibilità".
Lo studio evidenzia anche che i produttori di
soluzioni Rfid avranno molto da guadagnare dallo
standard Gen2 atteso per la metà del 2006. La
definizione e adozione di questo standard avrà
l'effetto di "galvanizzare il mercato", anche se
rimangono problemi rispetto all'interoperabilità
globale, in particolare in Cina, dove passano molte
importanti catene distributive.

da: rfiditalia.com

Arriva il radar Rfid: e l'uomo diventa bestiame..

Arriva il radar Rfid
15 May 2006

ImageUn lettore in grado di localizzare in tempo reale
decine di tag entro lo stesso raggio d'azione. E'
quanto si appresta a lanciare sul mercato la società
sudafricana Trolley Scan, che presenta il suo
RfidRadar.


Con la crescita del raggio d'azione di tag e lettori,
in molte applicazioni accade che più tag si trovino a
portata del lettore (e debbano essere letti) in un
dato momento. I lettori tuttavia non sono in grado di
individuare anche la posizione dei diversi tag, oltre
a identificarli. Questo è proprio ciò che fa il
dispositivo di TrolleyScan, in cui il lettore, oltre a
leggere le informazioni riportate sul tag, invia
continuamente ad esso un segnale che viene riflesso
dal tag stesso e misura il tempo necessario perché
quel segnale torni indietro, secondo il principio di
funzionamento di qualunque radar.

In questo modo può monitorare i tag entro un raggio di
100 metri, con una risoluzione di meno di mezzo metro,
aggiornando le posizioni ogni secondo. Grazie
all'utilizzo di tre canali di trasmissione diversi, la
posizione di ogni tag viene identificata secondo un
sistema di coordinate cartesiane tridimensionali, e
può essere poi visualizzata su uno schermo. Secondo i
suoi produttori questo sistema può trovare diverse
importanti applicazioni, dalla gestione dei magazzini
al controllo del bestiame negli allevamenti, fino agli
ospedali o al controllo del movimento dei bagagli
negli aeroporti.

da: rfiditalia.com

Arriva il Bancomat biometrico: la tua faccia? in banca.

Arriva il Bancomat biometrico
30 March 2006

Il Garante della Privacy da il via all'uso dei tag
nelle carte di pagamento.


ImageVia libera alle carte di pagamento biometriche
dotate di chip RFID. Il Garante per la Privacy ha
infatti autorizzato l'utilizzo di questa tecnologia
per immagazzinare sui bancomat le impronte digitali
del correntista. Le nuove tessere, che verranno
sperimentate per ora in 17 istituti di credito
italiani, permetteranno di identificare il cliente già
dal momento in cui entra in banca o accede allo
sportello per il prelievo, offrendo così un sistema di
autenticazione aggiuntivo e complementare a quello
basato sul codice numerico Pin. Il nuovo sistema offre
naturalmente maggiori garanzie contro frodi e utilizzi
abusivi delle carte. Il garante ha disposto che i dati
siano custoditi dai singoli istituti bancari, con
modalità tali da prevenire anche solo la possibilità
tecnica che vengano decifrati da terzi. Uno degli
istituti coinvolti, Banca Mediolanum, sta lavorando
anche a un progetto per immagazzinare sul chip il
volto del possessore, in previsione dell'adozione di
tecniche di riconoscimento facciale
.

da: rfiditalia.com

mercoledì, gennaio 24, 2007

C.V.D. : il cerchio IGB-RFID si chiude

C.V.D. : il cerchio IGB-RFID si chiude
(di sandropascucci)

Come Volevasi Dimostrare: lo studio da autodidatta che porto avanti da molti mesi volge al termine. Quelli che sembravano binari [ovviamente] paralleli si congiungono in un unico micidiale nodo: il controllo totale [elettronico] sull'Individuo da parte del suo maggiore aguzzino: Il Grasso Bankiere©


~•~




http://www.rfiditalia.com/index.php?option=com_content&task=view&id=402&Itemid=41

L'Rfid entra in banca

23 January 2007

Presentarsi allo sportello della banca e sentirsi chiamare per nome. O meglio ancora saltare la fila e vedersi accogliere dal direttore con una proposta di investimento. Sono solo alcune delle possibilità che l'Rfid offre al branch banking, la gestione innovative delle filiali di banca, come dimostrato da Ncr con il suo Rfid Branch Portal. Si tratta di una cupola dotata di lettori Rfid che leggono le informazioni memorizzati sui chip Rfid incorporati in tessere bamcomat, telefoni cellulari o palmari. La cupola può essere posta all'ingresso della filiale e in questo modo avvisare il personale di sportello, il direttore o il responsabile degli investimenti quando è entrato un particolare cliente.

Secondo Flavio Ballarini, Direttore Financial Solution Division di Ncr Italia, “nel settore bancario la tecnologia Rfid può essere utilizzata per migliorare l’esperienza dell’utente in filiale, e consente inoltre alle banche di offrire servizi Vip altamente personalizzati quando è più importante e utile per il cliente". Per esempio, il direttore della filiale può utilizzare i dati comunicati dalla tessera Rfid per ricordare ai clienti che gli interessi stanno per maturare, e offrirgli l’occasione di discutere alcune opportunità per reinvestire il loro denaro. Oppure il personale può comunicare al cliente che la sua pratica per un finanziamento per l’acquisto di un’automobile è appena stata approvata, e il cliente potrebbe essere invitato a compilare la documentazione direttamente in loco.

La tecnologia Rfid ha la capacità di portare a un livello superiore il servizio alla clientela, personalizzando i rapporti tra banca e cliente” prosegue Ballarini. “Oltre a un servizio alla clientela ad alto valore aggiunto, l’implementazione della tecnologia Rrfid verrà studiata per salvaguardare la privacy e la sicurezza del cliente.

martedì, gennaio 02, 2007

Scusa U.S.A. ma i cazzi tuoi? mai?!

Il Daily Telegraph svela i termini di un patto con i servizi segreti americani
Controllati i passeggeri europei diretti oltreOceano. "E' la rinuncia ai diritti delle persone"

Accordo antiterrorismo tra Usa e Ue
"Accesso a e-mail e carte di credito"


LONDRA - I servizi segreti americani potranno mettere il naso nelle e-mail e nelle transazioni delle carte di credito dei passeggeri europei che vanno negli Stati Uniti. Il Daily Telegraph svela i termini di un accordo antiterrorismo siglato tra gli Usa e l'Unione europea. Fornendo il numero di carta di credito e l'e-mail alla compagnia aerea, il passeggero aprirà di fatto i propri dati personali alle autorità americane, che potranno vedere tutte le transazioni o i messaggi, anche non relativi al viaggio.

Il quotidiano inglese ha ottenuto i documenti dal ministero dei Trasporti britannico, grazia alla legge sulla libertà di informazione. Dopo un lungo braccio di ferro e la minaccia di mettere al bando le compagnie aeree che non collaboravano, gli Usa hanno strappato lo scorso ottobre la firma della Ue. Risultato: Washington avrà accesso a 34 tipi di informazioni sui passeggeri. Molte sono normali, ma alcune sono particolarmente sensibili: che tipo di pasti vengono ordinati in base alla fede religiosa, o se un passeggero in passato non si è presentato al volo dopo aver comprato il biglietto.

Anche per le leggi americane, chi vuole avere accesso a questi dati ha bisogno di norma del consenso di un magistrato, ma questo non varrà per i passeggeri degli aerei europei. Cosa che ha fatto gridare allo scandalo le associazioni per le libertà civili. "La misura è unilaterale", spiegano i contrari dell'accordo. "Washington si è solo limitata a promettere di incoraggiare le aerolinee americane a fare lo stesso con i paesi europei ma non li ha obbligate. Il ministero per la sicurezza nazionale americano ha detto esplicitamente che userà questi dati non solo contro il terrorismo, ma anche indagando su altri reati".

"Se un cittadino europeo vorrà opporsi - afferma il Daily Telegraph - dovrà farlo in una corte americana, il che rende qualsiasi salvaguardia della privacy di fatto inesistente". Shami Chakrabarti, direttore dell'organizzazione per i diritti umani Liberty, si è detto "inorridito" dalla notizia: "E' la rinuncia ai diritti delle persone che viaggiano negli Usa".

(1 gennaio 2007)

rif: http://www.repubblica.it/2007/01/sezioni/esteri/terrorismo-email/terrorismo-email/terrorismo-email.html

sabato, dicembre 16, 2006

Ancora Citibank sulle nostre impronte..



Arriva da Singapore la notizia che Citibank ha avviato l'introduzione di un sistema di pagamento biometrico che permette ai possessori di carte di credito di pagare sfruttando le proprie impronte digitali per il riconoscimento. Per autenticare l'operazione deve essere digitato anche un codice di sette cifre.

Impronta digitali a go-go


PIN addio? Dal Giappone la proposta di utilizzare le impronte digitali al posto dei bancomat

In arrivo una rivoluzione nel campo delle carte magnetiche di pagamento? Pare proprio di sì, anzi pare che la vera novità possa essere la scomparsa stessa delle cards medesime, che verranno sostituite da codici biometrici quali le impronte digitali. Lo promette un'iniziativa intrapresa dall'operatore ICT Hitaci, e la notizia è stata ripresa da importanti fonti di stampa nazionali.

Entro la fine del 2006, riporta un articolo apparso sul sito TGCOM, Hitaci installerà in Giappone alcuni speciali lettori ottici in grado di sostituire definitivamente i codici segreti dei bancomat con il riconoscimento delle vene di un dito.

L'innovazione potrebbe risultare decisamente opportuna non soltanto per gli operatori ed i consumatori del sol levante. Il dilagante fenomeno della falsificazione e dell'appropriazione di credenziali altrui (password o PIN) di carte di pagamento affligge purtroppo anche il nostro Paese.

Solo nel 2005, cifre indicate dallo stesso articolo del TGCOM, in Italia sono state registrate 266mila truffe di questo genere, tramite interventi esterni avvenuti sui lettori bancomat, sostituendo od alterando il dispositivo per la lettura della banda magnetica (skinner).

Il nuovo dispositivo giapponese dovrebbe essere più accurato del riconoscimento dell'iride e delle impronte digitali e dovrebbe rendere inutilizzabili gli skimmer, speciali lettori in miniatura adoperati per rubare i dati contenuti sulle bande magnetiche.

Gli skimmer sono degli apparecchi wireless autoalimentati poco più grandi di un pacchetto di sigarette che vengono applicati alle fessure dei bancomat. In commercio ne esistono di diverso genere e prezzo, ma per acquistare un dispositivo standard sono sufficienti circa 300 dollari, e le procedure per "rubare" l'identità digitale dei consumatori sono purtroppo ben note ai nostri lettori.

Tuttavia le soluzioni proposte per evitare il fenomeno dello "skimming" sono molteplici, oltre quella avanzata dall'Hitaci. Al vaglio degli esperti ci sarebbero molte altre idee che vanno dal più semplice invio di un Sms ad ogni prelievo al più complesso riconoscimento facciale per accedere al conto corrente.

Il vecchio Pin sembra dunque destinato a scomparire? Forse no, o meglio, probabilmente non resterà più solo a proteggere la nostra riservatezza, ma potrebbe essere ancora utilizzato in combinato con altri dispositivi di autenticazione, come ad esempio un'altro dispositivo biometrico.

Fonte: http://www.tgcom.mediaset.it/tgtech/articoli/articolo283874.shtml (15:00)

Faccia a faccia per un caffè..



Grad students in San Diego build biometric vending machine
Monday, July 31 2006

By Andy Williams, Contributing Editor

A group of grad students at the University of California, San Diego (UCSD) are in the process of creating what one of the students calls the "most over-designed soda machine in the world."

Right now, the machine has attached to it a barcode scanner, a fingerprint reader, and a web cam for facial recognition. Want a Coke? Stick your thumb on the reader so the machine recognizes you as having an account, take out the drink, then walk way, never having had to reach into your pocket for change.

Sveniamoci al bancomat..

Il bancomat diventa biometrico

URL news: http://www.webmasterpoint.org/risorse/articolo.asp?id=16984

Per i giapponesi prelievi sicuri

Un istituto di credito giapponese ha recentemente sostituito i propri sportelli bancomat con una nuova versione capace di confrontare le vene della mano della persona che tenta di effettuare un prelievo con i dati biometrici memorizzati all’interno della carta di credito. Il sistema, a detta degli esperti, è assolutamente sicuro, a prova di truffa e di ladro.

Il cliente non deve far altro che avvicinarsi alla cassa automatica, inserire come anche oggi fa la propria tessera e poi, anziché digitare lo scomodo codice numerico, posare la mano su un lettore ottico. Soltanto se i dati memorizzati coincideranno con quelli rilevati dallo scanner si avrà accesso all’interfaccia software che consentirà poi di effettuare richieste allo sportello.

La scelta di adottare una simile tecnologia, fanno sapere dal Giappone, è stata obbligata. Nell’ultimo anno, infatti, il numero dei prelievi non autorizzati è stato drammaticamente alto. I clienti, spaventati, sono diventati eccessivamente diffidenti! Le banche hanno così scelto di rinnovare i propri servizi, utilizzando le più sofisticate novità tecnologiche disponibili sul mercato. A detta degli esperti il sistema biometrico usato in Giappone è addirittura più sicuro di quelli già in servizio in America. L’impronta vascolare, infatti, risulta unica e inalterabile.

Certo, la trasformazione della Rete bancomat, non sarà proprio indolore. Equipaggiare un solo sportello con un lettore biometrico costerà alle banche circa 2.500 euro. Tuttavia, per gli analisti, l’investimento renderà più sereni i clienti che ritroveranno così fiducia negli istituti e riprenderanno a servirsi delle carte di credito. Entro il 2008, spiegano alcuni del settore, soltanto in Giappone ci saranno oltre 5 milioni di carte biometriche.

La situazione nel nostro paese sembra invece lontana dall’esser migliorata. I consumatori possono contare per ora soltanto sulle classiche carte, che un qualunque malintenzionato può rubare, clonare e utilizzare a proprio piacimento. Questo non significa comunque che non si stiano tenendo d’occhio queste novità tecnologiche. “E’ un sistema del futuro – spiega un portavoce di Unicredit, informato sui passi in avanti fatti dagli istituti di credito del Sol Levante - ma ci sono indicazioni del Garante su problemi di privacy di cui tenere conto. Non sarà l’unico mezzo su cui puntare”.

Secondo Ari Juels, della Rsa Security, i dati biometrici non potranno avere un futuro, almeno non se utilizzati da soli. “Non è possibile cambiarli e sono una password perenne. La chiave, inoltre, non è segreta, né privata perché ognuno se la porta dietro tutti i giorni. Chi vuole più sicurezza dovrà usarle non al posto di un codice o di una password, ma insieme ad essi”.