Un RFID per tutti
(Radio Frequency IDentification)


Per chi vuole capire DOVE stiamo andando... e sopratutto CHI ci sta guidando!

mercoledì, aprile 20, 2005

Vai in macchina? Ti becco!

da TELEMATICS JOURNAL

IBM Telematics to Catch Speeders

April 18, 2005 | 10:53 AM

IBM’s new four-year deal, expected to be announced this week, will link tens of thousands of vehicles in a nationwide wireless network by the end of 2006—the largest application of telematics ever, IBM claims. The initiative is designed to combat the abnormally high rate of traffic-related deaths in the Persian Gulf state of the United Arab Emirates.

Under the terms of the deal, IBM’s telematics device and global position system will provide information on a vehicle's location and speed to government agencies. Early prototypes for the tracking device are comparable to an airplane's "black box."

The United Arab Emirates’ five-year goal is to cut its 38 per 100,000 people accident-related fatalities in half, said Michael Nelson, an IBM director of Internet technologies strategy. In comparison, the U.S. has 15 deaths per 10,000 people, while Sweden's rate is six.

If a driver exceeds the speed limit, a warning will be transmitted to the individual car via an on-board speaker. Autos will also be equipped with screens and voice-recognition software to access services planned for the future, IBM said.

There are concerns among consumer advocate and privacy groups worldwide who fear the deal may set a dangerous precedent for “Big Brother” activity in other governments leading to a continuous government monitoring of private actions worldwide. Corporations, on the other hand, welcome the deal as a harbinger of new marketing opportunities. The data gathered by the IBM devices can be used by commercial companies to offer consumer-related services such as rental car and hotel services. Insurance companies may also use the data to compute premiums based on actual driver performance.

lunedì, aprile 18, 2005

Un RFID sù per il c...orpo

MSN Money Website Asks: Would You Have An RFID Chip Implanted In Your Body?

Alex Jones' Prison Planet/Paul Joseph Watson | July 1 2004

Microsoft's MSN Money website is currently running a poll asking its readers if they would voluntarily have an RFID tracking chip implanted in their body.

To the majority of us with a shred of common sense this would be like asking, would you like a bullet to be fired into your brain? However, the website couches the question in positive semantics by stating, 'The radio frequency chips are becoming more popular. But would you put one in your body?'

The rest of the piece states, "Some retailers love the idea of radio frequency identification chips, which they can use to easily track merchandise. Wal-Mart (WMT, news, msgs), for instance, wants its suppliers to tag items shipped to the giant retailer.

But there are other uses of RFID that have some people worried. Passports will soon have some RFID ability, which means authorities could track your movements around an airport. There's even talk of having RFID chips placed under people's skin, possibly encoded with items like their work security pass."

Rather disturbing is that fact that at time of writing, only 81 percent are against the notion. That means almost two in ten people want a microchip in their body allowing the government to track their movements. This is vomit-inducing. Please click here and vote no to send a message to these people that Big Brother is not 'cool' and implantable microchips are the modern day concentration camp tattoo.

By pure coincidence (ahem) IBM, the company behind Verichip, the major retailer of implantable chips, also ran the cataloging system used by the Nazis to store information on Jews in Hitler Germany. Something tells me we should be a tad more concerned about that than who's going to win American Idol.

venerdì, aprile 01, 2005

ti becco, poi ti becco, e poi ti ribecco, sempre!

da repubblica.it
Secondo il sindacato, nel tesserino di riconoscimento
c'è uno strumento per controllare gli spostamenti dei lavoratori
"Microchip spia per dipendenti"
la Cgil denuncia Mediaset
di LUCA FAZZO

MILANO - Appena venti giorni fa il Garante per la privacy aveva messo in guardia contro l'utilizzo degli strumenti per controllare a distanza i lavoratori. E ora si scopre che ad impiegare i microchip nascosti nei tesserini di riconoscimento è l'azienda fondata dal presidente del Consiglio. Ieri mattina Mediaset e tre società controllate dalla holding del Biscione (Videotime, Rti e la Elettronica Industriale) sono state denunciate dalla Cgil per comportamento antisindacale al Tribunale del Lavoro di Milano.

I vertici di Mediaset sono accusati di avere inserito nei nuovi badge con banda magnetica distribuiti alla fine del 2004 ai circa 2.500 dipendenti, un microcircuito Rfid ("Radio Frequency Identification"). È un chip di ultima generazione che viene utilizzato in genere per i controlli sugli spostamenti delle merci e degli oggetti (è un Rfid, per esempio, a far funzionare il Telepass ai caselli autostradali) ma che il gruppo del Biscione applica invece alle persone: in questo modo, secondo il sindacato, Mediaset potrebbe seguire in diretta e archiviare in banca dati tutti gli spostamenti dei suoi dipendenti sul luogo di lavoro. Una specie di Grande Fratello aziendale in grado di pedinare passo per passo ogni lavoratore.

Ieri, alla notizia della denuncia, Mediaset manifesta "stupore". "Per due volte - spiegano i portavoce di Cologno Monzese - abbiamo rassicurato a voce e per iscritto i sindacati sull'utilizzo di queste tecnologie. Si tratta semplicemente di un chip che agevola gli spostamenti interni. Noi lo chiamiamo chip di prossimità: le porte si aprono da sole all'avvicinarsi del dipendente senza bisogno di strisciare la tessera, le sbarre dei parcheggi si alzano da sole. Ammesso, e non concesso, che queste tecnologie consentano un controllo a distanza, Mediaset non è interessata a utilizzarlo. Ci risulta peraltro che in numerose altre aziende questa tecnologia venga impiegata senza problemi".

Ma i rappresentanti della Cgil in Mediaset, evidentemente, non si sono convinti della totale inoffensività del nuovo marchingegno elettronico. Ed è scattata la denuncia contro l'azienda per violazione dell'articolo 28 della legge 300 del 1970, lo Statuto dei Lavoratori. La legge vieta espressamente i controlli a distanza dell'attività lavorativa mediante impianti audiovisivi ed altre apparecchiature; ed è proprio questa norma, secondo i sindacalisti, ad essere violata dall'introduzione del nuovo tesserino.

"Il badge introdotto lo scorso anno e consegnato a ciascun dipendente, che è tenuto a tenerlo con sé negli spazi aziendali, consente un controllo a distanza dell'attività dei lavoratori", si legge nella denuncia firmata dagli avvocati Mario Fezzi, Stefano Chiusolo e Maurizio Borali. E ancora: "Un badge contenente il chip Rfid consente al datore di lavoro di ricostruire i movimenti di ogni dipendente nell'arco dell'intera giornata lavorativa. In tal modo sarà possibile sapere quanto tempo ogni dipendente è rimasto alla propria postazione lavorativa, quanto tempo è stato in bagno o in mensa o alla macchinetta del caffè, quali e quanti colleghi di lavoro siano entrati in contatto con lui, quanto a lungo si sia intrattenuto nei locali sindacali, se abbia o meno partecipato alle assemblee sindacali, eccetera".

Per spazzare via i dubbi sulle reali finalità dell'innovazione, sostengono gli avvocati del sindacato, sarebbe bastato che Mediaset rendesse noto l'elenco delle antenne piazzate all'interno degli uffici e dei reparti che rilevano la "presenza" del lavoratore dotato dei nuovi tesserini. Ma i vertici dell'azienda - secondo quanto si legge nella denuncia - hanno sempre rifiutato di fornire questo elenco.

(1 aprile 2005)